Analisi evento perturbato 7-9 gennaio 2018

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La prima decade di gennaio 2018 entra negli annali della meteorologia alpina per le straordinarie precipitazioni recate dalla depressione "Dora",soprattutto su Valli di Lanzo. La fase perturbata ha avuto inizio la mattinata di domenica 7 gennaio,quando una depressione in approfondimento sul bacino occidentale del Mediteraneo da origine ad una forte corrente umida e mite da Sud-Est (scirocco) verso la regione alpina. Anche nei bassi strati si forma una incisiva avvezione di aria umida e mite con temperature che da estesi 5 gradi si portano gradualmente sin verso i 7-8 gradi. Piogge forti e copiose nevicate si protraggono per cica 60 ore su tutta la provincia,con particolare intensità su zone più esposte al flusso di correnti sud-orientale: le Valli di Lanzo. Su queste valli alpine si abbattono da 300 a 450 mm d'acqua in poco più di due giorni,stabilendo un nuovo record d'intensità per l'intera stagione invernale.

Fig.2: la profonda saccatura sull'Europa occidentale(qui sopra carta del geopotenziale a 500 hpa.h 12 UTC del 07.01.2018) fonte wetter3.de

Il valore di picco come precipitazione è stato rilevato nella stazione Arpa Piemonte di Corio Pian Audi con 464 mm tra il 6 e il 9 gennaio, ma anche altrove si sono rilevate quantità fuori dal comune per il mese di gennaio. A Balme tra pioggia e neve fusa nelle 48 ore tra le h 8 del 7 gennaio e le h 8 del 9 gennaio si accumulano 319 mm (fonte SMI). Nel complesso si rilevano valori di precipitazione superiori all'episodio perturbato del dicembre 2008. Dove la precipitazione è avvenuta in forma nevosa per l'intero episodio, sono cadute quantità di neve straordinarie,nell'ordine dei 200-250 cm a quota comprese tra 2000-2500 metri nel bacino dell'Orco e 150-200 cm nel bacino della Dora Riparia e Pellice. Una situazione inusuale nonostante il periodo invernale, che si era ripetuta nel lontano dicembre 2008 come estensione. Il giorno 9 gradualmente il vento di scirocco si intensificava facendo alzare sensibilmente la quota neve sull'intera regione alpina. Le residue sacche fredde su alcune valli più strette sono state scalzate dal possente richiamo mite,tanto che nella mattinata di lunedì si registravano temperature prossime ai 10 C su fondovalli alpini con piogge intense sino a quote medio alte.

Fig.3:gradualmente nella notte tra domenica 7 e lunedì 8 gennaio le residue sacche fredde venivano scalzate del tiepido richiamo caldo sciroccale. Immagine che raffigura l'intensità dei venti al piano isobarico di 850 hpa. Fonte immagine meteoblue.com

Fig.4: precipitazioni rilevate nelle 48 h che vanno da domenica 7 gennaio a lunedì 8 gennaio con valori medi che hanno superato i 250 mm con picchi fino a circa 300 mm. Fonte Arpa Piemonte

Discorso a parte meritano gli inusuali temporali sviluppatesi la sera di lunedì durante il transito del fronte freddo. E' bene sottolineare che durante l'inverno i temporali sono un evento piuttosto raro ma non sconosciuto e spesso accompagnato da un drastico calo termico. L'eccezionalità risiede che i fenomeni si siano sviluppati in un contesto termico molto mite per i periodo, ed hanno avuto un'intensità ed estensione paragonabile ad i consueti contrasti tardo primaverili. Nel Torinese non sono mai state misurate tante scariche elettriche nel mese di gennaio. Vento rafficato e intensi rovesci di pioggia sferzano il capoluogo la sera di lunedì 8 gennaio; una linea di rovesci ben organizzata abborda il capoluogo con intensità massime durante i rovesci di rain rate vicini ai 60 mm/h. Tutto questo in un contesto termico compreso tra 10-11 C.

Fig.5: le intense ed inusuali fulminazioni al passaggio del fronte. Scariche elettriche così diffuse in gennaio non sono mai state rilevate. Fonte immagine meteo.units.it

Fig.6: immagine radar della sera del 8 gennaio dove viene raffigurato l'intenso rovescio temporalesco con intensità istantanee di precipitazione >30 mm/h in movimento verso il capoluogo. Fonte immagine Kachelmanwetter.com

Le intense precipitazioni hanno significativamente incrementato i livelli idrometrici dei bacini fluviali senza creare significativi straripamenti e danni. L'entità della nevicata ha fatto salire il pericolo di valanghe al livello 5 (molto forte), massimo sulla scala europea, tra le Alpi torinesi e il Monte Rosa: negli ultimi decenni era avvenuto solo, così estesamente, proprio a seguito della grande nevicata del dicembre 2008(fonte SMI) Scenari inediti si aprono, il freddo di dicembre è ormai una componente episodica, si può avanzare l’ipotesi che se il medesimo evento si fosse verificato qualche mese prima, con una quota neve più alta e la presenza di acque superficiali del Mediterrraneo più calde, avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori. Di seguito alcuni contributi fotografici

Immagini che ritraggono l'abitato di Sestriere ammantato da circa 120 cm di neve fresca

A circa una settimana dalle fine delle precipitazioni ecco come si presenta la borgata Vazon 1600 m in alta Val Susa sopra l'abitato di Oulx. Le precipitazioni in alta valle si sono presentate nevose prevalentemente sopra i 1500-1600 m

Alcuni momenti della nevicata a Champlas Seguin (Cesana). Fonte immagini Federica Gorlier

Copiose nevicate hanno portato disagi diffusi a Cervinia nella prima settimana di gennaio. Tetti e strade venivano continuamente liberati dalla neve. Ai 2000 m di Cervinia proprio al mattino del 4 gennaio il manto nevoso totale ha toccato i 192 cm, e la chiusura precauzionale della strada per il pericolo di valanghe ha isolato diecimila turisti fino al mattino del 5 (fonte SMI). Il giornalista e meteorologo Marco Kaschuba ha vissuto il caos della neve a Cervinia ai piedi del Cervino. Fonte video Wetteronline

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