Inverno 2017-2018: una dinamicità ritrovata-parte 1

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La stagione invernale 2017/2018 è stata caratterizzata da due mesi, dicembre 2017 e febbraio 2018,  con  temperature  inferiori  alla  media  del  periodo  1971-2000  e  con  una precipitazione sopra la norma. Le cumulate totali in area urbana(To R.Parco) sono di circa 36 mm a dicembre, 90-100 mm a gennaio e febbraio. L'unico mese termicamente sopra la media del periodo è stato gennaio che ha avuto un comportamento opposto rispetto agli altri mesi invernali: il primo mese dell'anno ha registrato un’anomalia termica positiva di oltre 2°C circa. Il trimestre invernale ritrova una dinamicità  ormai dimenticata con situazioni di gelo e neve a dicembre e febbraio. La consueta figura di alta pressione sull'Europa occidentale concede una tregua e lascia il posto ad intense figure di bassa pressione.

Il mese di dicembre 2017 si apre con il primo episodio di neve in pianura della stagione invernale 2017-2018; un vortice di bassa pressione affonda fin verso il Sud della Francia, attivando la risalita di aria più umida marittima che scorrendo sopra uno strato di aria fredda precedentemente affluito, favorisce precipitazioni prevalentemente nevose su tutta la provincia. La sera del 1 dicembre inizia a nevicare su zone alpine, in seguito la nevicata si estende anche al capoluogo. La mattina del 2 dicembre i fenomeni tendono ad attenuarsi su zone di pianura mentre proseguono copiosi su medie e basse valli tra Pellice e Susa. Su rispettive zone si depositano accumuli compresi tra 40-60 cm a circa 500 m, mentre sul capoluogo lo spessore non supera i 10 cm con depositi maggiori sulla collina Torinese.

Fig.2:In foto l'Innevamento significativo sopra i 2000 m di quota al valico del Moncenisio. Cortesia Enrico Piovano

La depressione fredda il giorno 3 dicembre si porta rapidamente verso sud favorendo condizioni soleggiate, con marcato gelo notturno su pianure e fondivalle. Le temperature minime in alcune zone rurali hanno toccato i -10/-11 C con frequenti giornate di ghiaccio( un giorno nel quale la temperatura massima rilevata sia uguale o inferiore agli 0 °C) specie tra bassa pianura Torinese. Tra i giorni 9-10 dicembre l'ingresso di aria più umida atlantica favorisce copiose nevicate su zone alpine occidentali specie della Val Susa. Le vallate olimpiche vengono interessate da fenomeni piuttosto intensi con cumulate tra il 10-11 dicembre di circa un metro di neve fresca sopra i 1000 metri( 119 cm a Bardonecchia-Prerichard 1353 m, rete ARPA Piemonte), spessore che non veniva più raggiunto dal 6 febbraio 2009. Grazie all’aria fredda già presente nei bassi strati anche il capoluogo è interessato da fenomeni di debole intensità(2-4 cm). Segue una fase stabile con nebbie persistenti anche durante il giorno su alcune zone del basso Torinese ed intenso gelo notturno.

Fig.3:la gelida mattina del 13 dicembre nell'abitato di Osasio tra Carignano e Vigone con intensa galaverna. Si protraggono gionate di ghiaccio nella zona intorno alla meta del mese. Fonte webcam: comune Osasio.it

Verso la fine della decade masse d'aria fredde settentrionali interessano la nostra regione, tra i giorni 18 e 21 dicembre. Da notare temperature medie abbondantemente sotto lo zero su basso Torinese  il giorno 20(  Carmagnola temperatura media -4.6 C; Scaleghe -4.9 C). In prossimità delle festività natalizie si assiste ad un rinforzo dell'alta pressione che dall'Europa occidentale si estende gradualmente verso la nostra regione. Le temperature restano rigide su zone di pianura mentre valori termici  superiori alla media si registrano soprattutto in quota. Tra il giorno di S.Stefano ed il 27 dicembre un  fronte perturbato valica le Alpi portando maggiori effetti su zone alpine confinali e l'est della provinciaLa carenza di apporti pluviometrici negli ultimi 12 mesi è stata la dinamica ponderante di questo anno 2017 con precipitazioni su area Torinese mediamente di oltre il 30-40% inferiori alla media del periodo di riferimento 1971-00. Per assurdo la situazione di carenza idrica si è ulteriormente acuita nei mesi autunnali, con precipitazioni dimezzate ripetto alle medie di riferimento. Anche questi dodici mesi risultano caratterizzati da anomalie termiche medie positive, con rari episodi di temperatura sotto le media. Uno di questi è il dicembre 2017 con valori di temperatura media inferiori alla media climatica 1991-2015 di circa 1 C in area urbana e neve al suolo in ambiente rurale presente per l'intero mese.

Fig.4: a seguito dei continui flussi atlantici le zone alpine di confine vengono interessate da copiose precipitazioni. Locali piovaschi sfuggono anche nei versanti pedemontani della Val Susa la mattina del 30 dicembre. Da Ferriera di Buttigliera Alta, arcobaleno allo sbocco della Val di Susa con Sacra di S.Michele imbiancata di neve fresca!

Il mese di gennaio 2018 presenta caratteristiche di temperature e precipitazioni tipicamente autunnali. I primi giorni del mese esordiscono con un'insolita mitezza sulla regione alpina con ripetuti flussi oceanici e piogge fino ad alta quota. Il giorno 3 gennaio le temperature a 1500 m sono comprese tra 4-6 C, mentre per trovare lo zero termico bisogna salire oltre i 2300 m. Le precipitazioni più intense interessano le zone di confine con Savoia, mentre nei versanti piemontesi il rialzo termico provoca frequenti episodi valanghivi, uno di questi il giorno 4 gennaio sfiora l'abitato di Rochemolles, frazione di Bardonecchia a 1600 m. L'episodio più importante del mese avveniva tra il 6-9 gennaio quando una depressione sulla penisola iberica intensifica un flusso umido e mite di scirocco verso la nostra regione. Ampio articolo disponibile qui.

Fig.5: la prima decade di gennaio 2018 è stata particolarmente mite in quasi tutta Europa, nell'immagine le anomalie riscontrate il giorno 9 gennaio. Fonte immagine: Weatherbell

La fase perturbata si conclude il giorno 9 con gli ultimi pacchetti precipitativi che si attardano sull'Alto Canavese. Piogge forti e copiose nevicate si sono protratte per circa 3 giorni. Nel complesso il settore prealpino che va dal Pinerolese all'alto Canavese è quello più interessato dal prolungato sbarramento del flusso d'aria mite ed umida da sud-est. I bacini dell'Orco e della Dora sono quelli che rivevono i maggiori accumuli con un picco di ben 450 mm circa di pioggia a Corio-Pian Audi(Arpa Piemonte), valore che supera anche l'episodio perturbato del 13-17 dicembre 2008. Dove la precipitazione è avvenuta in forma nevosa per l'intero episodio, sono cadute quantità di neve straordinarie,nell'ordine dei 200-250 cm a quota compresa tra 2000-2500 metri nel bacino del Pellice, dell'Orco e nel bacino della Dora Riparia.  La prima decade di gennaio 2018 entra negli annali della meteorologia alpina per le straordinarie precipitazioni recate dalla depressione "Dora",soprattutto su Valli di Lanzo. Indelebile la sera del 8 gennaio sul capolugo, con ripetute fulminazioni a giorno e rovesci simil-estivi, in un atmosfera primaverile sferzata da un rabbioso scirocco.

Fig.6: la mattina del 9 gennaio a Champlas Seguin (Cesana)a 1776 metri sul livello del mare. Fonte immagine Federica Gorlier

Si chiude una decade senza precedenti sotto l'aspetto termico, con una temperatura media di 6,8 °C (3,8 °C sopra la norma fonte SMI). Dopo questo episodio perturbato segue una fase mite ad alta quota con la consueta figura d'alta pressione sulla Spagna e la nostra regione interessata da un flusso mite atlantico più attivo lungo le zone di confine. Le forti correnti nord-occidentali il giorno 21 creano un marcato gradiente barico sul versante posto sotto vento a tale flusso, innescando tiepidi venti di foehn lungo le zone pedemontane( Giaveno Torinometeo temperatura massima  18,1 C), con raffiche massime superiori ai 100 m/h(Bussoleno 126 km/h). Il giorno 26 gennaio una saccatura abborda le zone alpine occidentali richiamando temporaneamente correnti umide meridionali. Piove moderatamente su tutta la provincia con nevicate a tratti moderate su zone alpine generalmente sopra gli 700-1000 metri  In area urbana Torinese l'accumulo è di circa 15-17 mm, con fiocchi umidi sulla sommità collinare del Colle della Maddalena. Segue nei "Giorni della Merla" una nuova espansione dell'alta pressione delle Azzorre sull'Europa centrale garante di stabilità atmosferica sulla nostra regione, con temperature miti durante le ore diurne soprattutto sulle zone montane. Si conclude un mese di gennaio straordinariamente mite dominato da correnti prevalentemente occidentali di aria temperata di estrazione oceanica.

Fig.7: grafico delle varie grandezze nella stazione urbana di Torino R.Parco. Da notare la totale assenza di gelate notturne nell'intero mese.

Per molte località urbane si è trattato di uno dei mesi di gennaio più tiepidi dall'inizio delle misurazioni, con scarti positivi prossimi ai 2.5 C rispetto alle medie di riferimento(81-00). Da notare che il mese in corso avrebbe un anomalia climatica positiva anche per febbraio. Un altro dato inconvertibile è la totale mancanza di gelate nelle stazioni ubicate nel tessuto urbano(Regio Parco ). Il mese presenta discrete somiglianze con il gennaio 2007 pur non presentando valori termici estremi come quella stagione.Nel mese in corso le precipitazioni non sono mancate grazie soprattutto ai flussi miti ed umidi del periodo 7-9 gennaio. Sulla totalità della pianura torinese la neve è risultata assente. L'innevamento di questo mese risulta generoso a quote medio alte con frequenti sbalzi termici ed episodi di foehn. Da notare anche la totale assenza di freddo sull'intero continente con freddo limitato a settori orientali.

SECONDA PARTE

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