Autunno 2017: siccità ed incendi aprono scenari inediti

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Un autunno particolarmente siccitoso quello del 2017.  Dopo una terza decade di agosto rovente il mese di settembre si apre con il transito di un intenso sistema frontale seguito da correnti occidentali. Il transito della saccatura reca intensi fenomeni temporaleschi specie su collina Torinese verso est. Da notare un'intensa grandinata tra le colline del Monferrato settentrionale. Il calo termico che ne consegue riporta le temperature notturne sotto i 10 C in area rurale( Scalenghe rete Torinometeo 8.2 C).

Fig.2: intensa grandinata a Piazzo vicino a Lauriano nella zona collinare al confine tra l'Astigiano e la collina torinese. Cortesia Silvana

I giorni a seguire vedono una parziale rimonta dell'alta pressione sull'Europa centrale con temperature massime nuovamente vicino ai 30 C(Cavagnolo 29.3 C,Scalenghe 29,6 C il giorno 7 settembre). Deboli infiltrazioni di aria più umida occidentale la sera del 7 settembre recano temporali sparsi e locali nubifragi su zone a sud-est del capoluogo(63 mm a Scalenghe). Successivamente il 9 settembre una profonda e vasta circolazione depressionaria tende nuovamente ad instabilizzare il tempo sulla provincia specie su zone al confine con la pianura Astigiana. Le precipitazioni intense e localizzate si registrano nuovamente sulle colline del Monferrato settentrionale (Cavagnolo rete Torinometeo 32 mm).

Fig.3: una veloce infiltrazione di aria umida occidentale instabilizza il tempo sulla pianura torinese.Il giorno 7 settembre un intenso nubifragio scarica 63 mm su alcune zone della pianura a sud est del capoluogo.

La seconda decade del mese esordisce con un estesa circolazione depressionaria che pone la nostra provincia sotto umide correnti da sud ovest con precipitazioni scarse. Successivamente la circolazione a scala europea vede sempre un estesa zona di bassa pressione pittosto fredda per la stagione sull'Europa centrale. Le temperature si mantengono sotto le medie stagionali con diffusi valori sotto i 10 C al primo mattino. Le minime più basse si registrano in area rurale il giorno 20 (Cortandone tra pianura torinese ed astigiano 1.9 C). Il giorno 18 settembre un impulso instabile riaccende l'instabilità su zone alpine e settori pedemontani; da notare un'intensa attività elettrica e isolati rovesci( Buttigliera Alta 15mm e Rivalta 19 mm). L'ultima decade del mese prosegue senza sussulti con temperature nelle medie stagionali e correnti mediamente settentrionali. Le precipitazioni sono state inferiori ai valori medi del periodo 1991-2015. Nel capoluogo la temperatura media del mese di settembre 2017 è risultata di poco inferiore alla norma del periodo 1971-2000

Fig.4: instabilità in accentuazione il giorno 18 settembre. Formazione di un fulmine nube suolo dietro la sacra di S. Michele visto dalla nostra webcam di Villar Focchiardo

Ottobre 

Un’ampia zona di alta pressione interessa l'Europa occidentale per l'intero mese, con la regione alpina frequentemente interessata da miti ed asciutte correnti di foehn. Il primo evento si è verificato tra il pomeriggio del 5 a la mattinata del 7 ottobre; la compressione interessa l'intera Val Susa con valori termici estivi:

  • GAD 1010 m: 26.9 C
  • BARDONECCHIA PRERICHARD 1353 m 23.9
  • PRAGELATO 1525 m: 23.3 C
  • BARDONECCHIA PIAN DEL SOLE 1585 m: 22.4 C

Nel fondovalle si registrano temperature comprese tra 24 e 26 C. Le follie di un autunno in veste estiva continuano: una solida area d'alta pressione in seconda decade incombe nuovamente sulla regione. Geopotenziali molto alti per la stagione contribuiscono a mantenere temperature abbondantemente oltre le medie stagionali e zero termico prossimo ai 4000 m. La compressione dell'aria e l'avvitamento di essa tipiche di queste figure stabilizzanti, raggiungono la massima intensità tra 14-16 ottobre(diffusi 24-26 C su tutta la provincia).

Fig.5: le anomalie di geopotenziale a 500 hpa mostrano un anticiclone ben strutturato sull'Europa centrale.

Le siccità estive si prolungano anche nel mese di ottobre; tra bassa Langa e basso Torinese si raggiungono a stento i 300 mm di precipitazione annua. In bassa Val Susa da Almese a Sparone, da Caprie a Val della Torre l'acqua viene rifornita con le autobotti. La scarsa ventilazione nei bassi strati e le deboli inversioni termiche ripropongono il problema delle polveri sottili e altre sostanze inquinanti nei grandi centri urbani. I dati rilevati da Arpa nella giornata del 18 ottobre evidenziano un valore molto alto di concentrazione delle polveri sottili (PM10) pari a 114 microgrammi per metro cubo (più del doppio del valore limite è fissato a 50 microgrammi),in area urbana. Viene consigliato di evitare attività fisiche intense e prolungate all’aperto. La terza decade apre scenari inediti mai verificatesi prima. Una saccatura in veloce discesa dalla Francia settentrionale intensificava nuovamente il vento da nord-ovest sulle vallate alpine occidentali piemontesi con diffuse condizioni di foehn. Le forti raffiche di vento interessano la regione alpina tra il 23 ed il 24 ottobre attenuandosi gradualmente. Alla mancanza d'acqua si aggiunge un emergenza incendi:il 22 ottobre si innesca l’incendio più esteso e persistente in Val Susa a Bussoleno, poi estesosi nei giorni successivi a Mompantero, Susa ed al versante meridionale del Rocciamelone, mentre un altro incendio si sviluppa più in bassa valle di Susa, nella zona di Caprie-Rubiana. Altri focolai si attivano nel Pinerolese (fonte Arpa Piemonte). Il 23 ottobre altri focolai divampano il val Chiusella e Orco. Tra mille difficolta a causa di nuovi rinforzi di foehn si protraggono le opere di spegnimento fino a fine mese. Surreale la giornata del 27 ottobre in area torinese: mentre estesi venti di foehn interessano le alti valli, la scarsità di ventilazione nei bassi strati consente come di consuetudine alle sostanze inquinanti di accumularsi nel catino padano.

Fig.6: Il denso fumo si spinge grazie ai venti occidentali fino alle zone pedemontane, immortalando scenari surreali in atmosfera nauseabonda

A rendere l'aria ancora più irrespirabile e caliginosa contribuiscono anche i fumi dei molti incendi nelle vallate alpine. Da dati dall'Arpa Piemonte vengono segnalate in alcune zone del capoluogo punte di oltre 300 microgrammi al metro cubo di PM10, particelle di diametro pari o inferiore a 10 micrometri, ovvero 10 millesimi di millimetro, circa un decimo dello spessore di un capello. La soglia limite è fissata a 50 microgrammi al metro cubo. Su molte zone le vetture vengono ricoperte da un leggero strato di cenere derivata in buona parte dal fumo degli incendi boschivi che hanno interessato le montagne della provincia. A Torino l'aria è sempre più irrespirabile e da diverse ore arrivano chiamate al 112 da parte di persone che accusano malori per l'odore di caligine che si respira in città. Le opere di spegnimento si concludono tra il giorno 31 ottobre ed il 1 novembre.

Fig.7: mappa dei focoloai attivi in bassa Val Susa il giorno 27 ottobre, alcuni di essi si protrarranno sino a fine mese immortalando una volta domati scuarci di natura devastata. Fonte immagine: effis.jrc.ec.europa.eu

Il mese chiude senza aver visto una goccia d'acqua, dal 1 luglio si sono misurati poco più di 100 mm, una quantità in difetto del 65 % sul normale(SMI). Siccità “estrema” viene segnalata dall'Arpa Piemonte su tutti i bacini a sud del Po.

Novembre

Il mese si apre con il graduale cedimento dell'alta pressione e l'ingresso di correnti più umide atlantiche collegate a una depressione sulla Francia. Da qui ha convogliato aria umida e perturbata di origine marittima che inizialmente ha prodotto qualche debole pioggia. In seguito con l'ingresso del fronte perturbato le precipitazioni si sono intensificate e le prime nevicate hanno interessato le zone alpine a quote medie per la stagione. Si interrompe il lungo periodo siccitoso. Nelle prime ore del mattino del 5 novembre qualche inusuale fenomeno temporalesco viene registrato su pianura torinese

Fig.8:altezza di geopotenziale a 500 hPa che raffigura un'intensa ciclogenesi tra la Corsica e la Sardegna reponsabile del peggioramento sulla nostra regione

A livello di precipitazione nevose, alla mattina de l 10 novembre si sono registrati 30-50 cm su Alpi Pennine e Lepontine, 20-40 cm su Alpi Graie e Cozie Nord, 40-60 cm su Alpi Cozie Sud e 90-100 cm(fonte Arpa Piemonte). Tra giorno 11 e 12 novembre un nuovo incisivo fronte si appresta a valicare le Alpi seguito da un rinforzo di venti di foehn e fenomeni confinati su zone alpine di confine. I giorni successivi vedono una prevalenza di correnti asciutte settentrionali con temperature notturne in forte diminuzione(Villanova C.Se il giorno 14 novembre temperatura minima -3.1 C). Finalmente autunno con circa due mesi di ritardo.

Fig.9: pascoli innevati il giorno19 novembre nei pressi del colle del Nivolet in alta valle Orco

Verso la fine del mese una vasta saccatura di origine artica si posiziona sull'Europa centrale e da qui convoglia a più riprese impulsi gelidi sulla penisola. Il primo di questi abborda la regione alpina nella giornata del 27 novembre con scarsi fenomeni sulla provincia posta per l'ennesima volta sottovento alla catena alpina. Con l'attenuazione dei venti si fanno notare diffuse situazioni di gelo notturno  per il periodo, con valori termici tipicamente invernali(Villanova Cse -5.7 C e prime deboli gelate anche in ambiente urbano).

La stagione autunnale si chiude come una delle più aride mai registrate. Nella maggior parte delle stazioni urbane la cumulata durante il trimestre settembre-ottobre-novembre e risulta di circa 60 mm su circa 210 mm attesi, con un deficit pluviometrico attorno ai 150 mm. Il contributo determinante all’anomalia pluviometrica negativa è stato dato dal mese di ottobre (statisticamente uno dei più piovoso dell’anno). Anche l'anomalia termica più vistosa si è manifestata nel mese di ottobre, con l'unica eccezione in settembre che ha chiuso poso sotto la media di riferimento 71-00

Fig.10: grafico che raffigura le varie grandezze di riferimento nel trimestre autunnale nei pressi della stazione di To R. Parco

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