Temporali breve descrizione

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Analisi dei fenomeni in area Torinese

Prendendo spunto da anni di osservazione e da alcuni concetti base sulla genesi dei temporali, andremo a descrivere analizzando i flussi atmosferici ad alta quota,  le principali zone in cui si avrà più possibilità di assistere ad un temporale. L'intensa radiazione solare e l'instabilità atmosferica che ne può conseguire, giustifica in parte la netta prevalenza dei fenomeni convettivi nel semestre aprile-settembre. Non sono rari i temporali anche durante l'inverno, ma risultano meno frequenti in particolare alla nostra latitudine. Premettendo che le variabili sono molteplici, ci soffermiamo solo su alcuni aspetti principali, consci di aver lasciato senza dubbio altri aspetti secondari, preferendo una sintesi più coincisa.  Per ogni singolo fenomeno temporalesco si evidenziano le seguenti dinamiche, descritte in tre principali casistiche:

  • Temporale di calore: fenomeno isolato che si verifica nelle calde e umide giornate estive sulle cime montuose e a ridosso dei rilievi. Le condizioni principali per lo sviluppo della termica devono essere inanzitutto un riscaldamento solare, una brezza termica in grado di accentuare il moto convettivo, e per finire un campo anticiclonico in quota ed al suolo, con geopotenziali non troppo elevati. L'estensione del temporale risulta estremamente localizzata, e la durata piuttosto limitata, porta un breve refrigerio e non vi è alcun cambiamento di massa d'aria. Le zone più soggette a questo tipo di fenomeno nella provincia sono numerose tra cui citiamo la valle di Viù con il monte Civrari, un autentico rubinetto d'estate ,Val Sangone, Chisone, Valli di Lanzo,Valle Sacra e Val Chiusella
  • Temporali orografici: fenomeno che si sviluppa quando vi è una determinato flusso umido che va ad impattare contro il rilievo, generando un moto convettivo, incentivato nella sua ascesa dal rilievo orografico. Essendo la nostra provincia chiusa su tre lati, le condizioni principali in cui si verificano questi tipi di fenomeni sono mediamente da E/SE. Non sono rari temporali orografici con correnti mediamente da N/E dove le valli Pinerolesi e Saluzzesi risultano le più interessate. La fascia che va dal Pinerolese sino a Lanzo e Canavese è spesso interessata da temporali rigeneranti con sbarramento da S/E.
  • Temporali frontali da fronte freddo: durante i mesi estivi, spesso infiltrazioni di masse d'aria più fredde dall'Atlantico si trovano a scalzare sul catino padano, aria calda e umida al suolo, genenerando intensi moti verticali accompagnati in genere da fenomeni meteorologici anche violenti come rovesci, temporali (anche sotto forma di fronti o linee temporalesche o squall line), vento forte e turbolenza. I fronti freddi passano velocemente, anche in poche ore, lasciando dopo il loro passaggio un ricambio d'aria, avvertibile a tutte le quote. Essi sono preceduti da un vistoso calo pressorio, seguito da una brusca risalita e ottima visibilità. Vista la complessa orografia del nostro territorio risulta difficile individuare con esattezza le zone più interessate, visto che le variabili possono essere molteplici. I fenomeni più intensi in ogni caso avvengono dove i contrasti risultano più accesi.
  • Temporali prefrontali: questi temporali si formano nel settore caldo di un fronte,prima dell'arrivo dell'aria fredda. Le sinottiche di questi ultimi anni mostrano una tendenza piuttosto consolidata ad avere continui flussi umidi sud occidentali senza alcun transito di fronte freddo. Essendo in presenza di un fronte caldo, avremo nei bassi strati aria ancora più calda e più umida che precede il transito del fronte freddo stesso. Ci troviamo in presenza di strutture temporalesche piuttosto poderose a base molto elevata, che tendono a "figliare" sempre nella stessa direzione del flusso portante. A seconda dell'asse di ingresso del flusso umido, questi fenomeni prefrontali tendono inizialmente ad interessare ampie zone montuose per poi estendersi alle limitrofe zone di pianura. A parte i temporali frontali, queste dinamiche sono responsabili di estesi ed intensi temporali, in quanto la nostra provincia si trova spesso nella fascia di contatto tra la massa d'aria calda subtropicale e quella più fresca atlantica Le cronache sono piene di fenomeni intensi con queste tipo di sinottiche, che colpiscono in particolare le alti valli, generando talune volte eventi alluvionali lampo. Immagine del Sig Leonardo nei pressi dei Murazzi nella serata del 13/4/2016

Fig.2: Nel video lo spaventoso nubifragio abbattutesi il 13 settembre 2008 a Ciriè. Il flusso in quota si presenta prettamente da S-W e fa perno su un minimo di bassa pressione centrato sulle Alpi Marittime, con innesco di notevoli velocità verticali sull'intera pedemontana di Lanzo e Canavese. La stazione meteorologica ARPA Piemonte installata all’aeroporto di Caselle rileva 273 mm nelle 24 ore,di cui 76 mm in un ora. La zona viene interessata da estese inondazioni.

 

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